OI Pomodoro da Industria Nord Italia
CHI SIAMO
OI Pomodoro da Industria del Nord Italia è l’organizzazione interprofessionale interregionale riconosciuta dalla DG Agricoltura e Sviluppo Rurale (UE) nel 2012 e dal Ministero DM n 34556 del 02/05/2017, per il pomodoro da industria nel territorio di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Provincia Autonoma di Bolzano. Associa la quasi totalità dei soggetti economici della filiera del pomodoro da industria dell’areale: le Organizzazioni di Produttori (12 OP), con una Associazione di OP (AOP), le imprese di trasformazione (20 IT) e le rispettive rappresentanze di produzione agricola e di prima trasformazione. Vi aderiscono, inoltre, in qualità di soci consultivi, centri di ricerca specializzati nel settore e Camere di Commercio.
Ogni anno in Nord Italia circa 2 mila produttori agricoli, raggruppati in 12 Organizzazioni di Produttori (OP), coltivano oltre 40.000 ettari a pomodoro da industria, producendo circa 3 milioni di tonnellate di pomodoro che vengono lavorate in 28 stabilimenti, che fanno capo a 20 imprese, e trasformate in concentrati, polpe e passate.
L’OI Pomodoro da Industria Nord Italia è lo strumento di governance della filiera del pomodoro da industria, in cui le OP e le imprese di trasformazione si sono associate con lo scopo di rafforzare la competitività del sistema produttivo del territorio, di favorire il confronto e il coordinamento tra i diversi soggetti del sistema produttivo, perseguendo la sostenibilità ambientale e sociale, anche tenendo conto degli interessi dei consumatori finali. L’organizzazione interprofessionale è infatti lo strumento indicato dal Reg UE 1308/2013 come specifico per l’ortofrutta, per la miglior organizzazione ed integrazione di filiera.
L’OI Pomodoro da Industria Nord Italia supporta la programmazione produttiva, promuove rapporti commerciali corretti fra produttori e trasformatori basati sul rispetto di regole condivise, sostiene la conoscenza del settore tramite la raccolta dei dati produttivi, monitora i pagamenti della materia prima dai trasformatori ai produttori e supporta la filiera nella gestione di emergenze fitosanitarie.
L’OI Pomodoro da Industria Nord Italia non entra né nella contrattazione annuale che è competenza delle parti di produzione agricola e di trasformazione industriale, né nella determinazione di prezzi di riferimento.
Associando i soggetti economici della filiera tutta, l’OI Pomodoro da Industria Nord Italia è l'organismo deputato a dialogare con le istituzioni per l’area di competenza, portando all’attenzione le istanze della filiera produttiva sia di parte agricola che industriale.
GLI ORGANI DELL’OI
Organi dell’OI sono l’Assemblea dei Soci, il Comitato di Coordinamento, l’Ufficio di Presidenza, il Presidente.
L’Assemblea dei Soci è formata dai soci ordinari con diritto di voto, ossia i soggetti economici di produzione e trasformazione, con un numero di voti equamente suddiviso tra parte agricola ed industriale, per garantire pariteticità nelle decisioni. L’Assemblea è inoltre costituita dai soci consultivi senza diritto di voto, ossia i centri di ricerca e le camere di commercio.
Il Comitato di Coordinamento è l’organo direttivo dell’OI. E’ costituito da membri eletti dall’Assemblea e resta in carica tre anni. Come per l’Assemblea il numero di voti è equamente suddiviso tra parte agricola e di trasformazione, ed è l’organo direttivo.
Il Presidente è eletto dall’Assemblea e resta in carica per un triennio, rinnovabile per un secondo mandato. E’ il legale rappresentante dell’OI.
Il Presidente con i Vice Presidenti costituisce l’Ufficio di Presidenza. L’attuale Presidente è Giuseppe Romanini, già sindaco di Collecchio (PR), Assessore in Provincia di Parma, Deputato nel Parlamento della Repubblica e componente della Commissione Agricoltura della Camera durante la VXII legislatura.
LA STORIA DELL’OI
I primi passi per arrivare all’attuale OI Pomodoro da Industria del Nord Italia sono stati compiuti nel 2006. Di fronte ad una situazione di crisi e alla prospettiva di un forte cambiamento nell’OCM ortofrutta, le imprese di trasformazione e le organizzazioni di produttori del territorio di Parma, Piacenza e Cremona si chiesero cosa poter fare per rafforzare la filiera, che da inizio 1900 aveva intrapreso una fitta rete di relazioni produttive e commerciali fra i produttori pomodoro da industria e i trasformatori del territorio. Nel tempo, la produzione agricola si era interamente organizzata in Organizzazioni di Produttori (OP) e l’industria si era concentrata in un numero ristretto di aziende molto strutturate, accompagnata da settori partner quali quello della meccanica industriale e della logistica. Si era venuto spontaneamente a creare un distretto di produzione e trasformazione del pomodoro da industria nell’area del Nord Italia, con il centro delle relazioni nel territorio di Parma. Dopo una serie di tavoli di confronto fra produttori e trasformatori, promossi dall’allora Assessore all’Agricoltura e Vice Presidente della Provincia di Parma, Pier Luigi Ferrari, nel 2007 si giunse alla costituzione di un’Associazione chiamata “Distretto del Pomodoro da Industria” che interessava i territori di Parma, Piacenza, Cremona e successivamente Mantova. La sede fu posta a Parma e la Presidenza affidata a Pier Luigi Ferrari, quale soggetto super partes fra gli associati. Come Segretario e per il coordinamento delle attività fu nominata la dott.ssa Maria Chiara Cavallo e per il supporto scientifico il professor Gabriele Canali, economista agrario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Dal 2007 al 2011 l’Associazione vide uno spontaneo progressivo allargamento della base sociale arrivando a coinvolgere i soggetti economici di produzione agricola e trasformazione industriale di tutto il Nord Italia, offrendo spazi di dialogo e confronto per le sfide trasversali alla filiera. L’Associazione chiamata “Distretto del pomodoro da industria” acquisì man mano consapevolezza che quanto spontaneamente era stato voluto e creato dai soggetti economici, supportati dalle istituzioni e dalla ricerca, era di fatto una organizzazione interprofessionale, ovvero proprio lo strumento di organizzazione di filiera indicato dalla Unione Europea per il settore ortofrutticolo [Reg. 1234/2007 e poi Reg. 1308/2013]. Pertanto, a conclusione con uno stretto confronto con Regione Emilia-Romagna, che vede sul proprio territorio il 70% della produzione del pomodoro di tutto il Nord Italia, in particolare con l’Assessore Tiberio Rabboni, la dott.ssa Roberta Chiarini dirigente dell’Organizzazione di Filiera e il dott. Nicola Benatti responsabile produzioni vegetali, grazie alla Legge Regionale 24/2000, normativa notificata all’Unione Europea ai sensi del vigente Reg 1308/2013, nel dicembre 2011 giunse da parte di Regione Emilia-Romagna il riconoscimento quale “organizzazione interprofessionale interregionale” per il pomodoro da industria operante nell’area di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Provincia Autonoma di Bolzano.
Tale riconoscimento, fu notificato alla Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale dell’Unione Europea, che nel 2012, a seguito di una istruttoria supplementare, formalizzò tale riconoscimento. Data la base sociale l’Associazione decise quindi di cambiare il proprio nome in “OI Pomodoro da Industria Nord Italia”, più rispondente alla sua funzione e identità.
L’OI in quegli anni ha consolidato l’attività prevista dalla legge per le organizzazioni interprofessionali: migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato, contribuire ad un migliore coordinamento dell'immissione sul mercato dei prodotti ortofrutticoli, redigere contratti tipo compatibili con la normativa comunitaria; valorizzare e tutelare l'agricoltura biologica e promuovere la produzione integrata e i metodi di produzione rispettosi dell'ambiente.
Il salto di qualità fu dato dall’adozione delle “Regole Condivise”, ovvero un insieme di regole comuni, che i soci dell’OI del Nord Italia si sono volontariamente dati per consolidare le modalità per operare nelle fasi di contrattazione, nella stipula dei contratti, nella verifica degli impegni presi dalle parti, nella trasmissione dei dati alle modalità di gestione contrattuale e nel monitoraggio dei pagamenti, con lo scopo di aumentare la competitività della filiera nel complesso. Regole decise pariteticamente per promuovere un opera trasparente e responsabile nei rapporti fra produzione agricola e trasformazione industriale e un rafforzamento dell’organizzazione di filiera. In particolare fu ideato e reso operativo un robusto sistema di raccolta, elaborazione e restituzione dati. I dati sono raccolti a livello di dettaglio da tutti i soci, elaborati per ottenerne la massima significatività e restituiti in modo aggregato ai soci per favorire una operatività consapevole da parte loro.
A seguito dell’improvvisa scomparsa del Presidente Pier Luigi Ferrari nel 2016, fu scelto come Presidente dell’OI dal 2016 al 2024 Tiberio Rabboni, uscente Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna dopo 10 anni di attività, conoscitore delle dinamiche agricole e di filiera nonché lungimirante promotore di normative come quella sul riconoscimento di OP e OI, appunto la LR 24/2000.
Il Presidente Rabboni consolidò le attività dell’OI, aggiungendo, anche con progetti dedicati, temi di innovazione a vantaggio della filiera, come lo sviluppo di nuovi strumenti di conoscenza a disposizione dei soci, la lotta a problematiche fitosanitarie, la promozione della sostenibilità dei prodotti sui mercati esteri e l’ottimizzazione della gestione della risorsa idrica. Potenziò il dialogo ufficiale con le Istituzioni su PAC e pomodoro da industria, supportando anche posizioni comuni di filiera in collaborazione con l’OI del Bacino Centro Sud Italia, afferente all’altro distretto produttivo nazionale per il pomodoro da industria.
Nel 2017, a seguito dell’emanazione del D.L. 51/2015 convertito in legge nella L. 91/2015, che rivedeva il quadro di riconoscimento delle organizzazioni interprofessionali a livello nazionale, l’OI Pomodoro da Industria presentò la domanda di riconoscimento al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali italiano che con apposito Decreto Ministeriale n. 34556 del 2 maggio 2017 formalizzo il riconoscimento di “organizzazione interprofessionale interregionale” per il pomodoro da industria operante nell’area di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Provincia Autonoma di Bolzano.
Alla scadenza dei mandati di Rabboni, nel dicembre 2024 è stato eletto Presidente, Giuseppe Romanini, già sindaco di Collecchio (PR) e Assessore in Provincia di Parma, Deputato nel Parlamento della Repubblica e Componente della Commissione Agricoltura della Camera durante la VXII legislatura, che ha supportato il percorso di adozione della normativa nazionale sulle specifiche tecniche dei derivati del pomodoro da industria e loro etichettatura, nonché proprio la normativa nazionale relativa alle organizzazioni interprofessionali.
Il Presidente Romanini ha intrapreso un percorso di revisione dello Statuto e aggiornamento delle Regole Condivise per renderli rispondenti alle attuali esigenze della filiera.
La produzione nel Nord Italia, in Italia e nel mondo
Ogni anno in Nord Italia circa 2 mila produttori agricoli, raggruppati in 12 Organizzazioni di Produttori (OP), coltivano oltre 40.000 ettari a pomodoro da industria, producendo circa 3 milioni di tonnellate di pomodoro che vengono lavorate in 28 stabilimenti, che fanno capo a 20 imprese, e trasformate in concentrati, polpe e passate.
Il pomodoro coltivato del Nord Italia viene lavorato interamente dalle imprese del Nord Italia che ne effettuano la prima trasformazione.
La produzione del Nord Italia rappresenta circa il 50% della produzione nazionale italiana e il 25% della produzione europea.
L’intero territorio italiano, considerando sia il distretto produttivo del Nord che quello del Centro Sud Italia, produce circa 5-6 milioni di tonnellate, pari al 50% di quanto prodotto in Unione Europea. L’Italia nel suo insieme è il primo produttore di pomodoro da industria europeo, a seguire vi sono Spagna e Portogallo.
A livello mondiale, l’Italia è il 3° produttore di pomodoro da industria nel mondo dopo Cina e California, ma è il 1° esportatore in valore a livello mondiale.
